Te ne stai lì a prepararti per la serata quando vieni catapultata nel serraglio mediatico da quel televisore acceso sul primo canale capitato sottomano.
E così vedi l’ennesimo LUI prendersela con un mandriano…
La prima volta che ne ho conosciuto uno avrò avuto sei anni.
Guardavo la tv e LUI con fare arrogante, mi prese il telecomando dalle mani selezionando tra i programmi la più banale delle televendite.
Non gli importava di seguire qualcosa, gli importava di sottrarmi a ciò che stavo seguendo.
Mi ribellai con frasi acuminate e mi venne detto: “Devi portarmi rispetto perché sono più grande”.
Durante l’adolescenza lo incontrai di nuovo. Giocavo a carte con gli amici, LUI seguì una mia mossa sbagliata e, con il solito fare baldanzoso, mi diede pubblicamente dell’idiota. Gli dissi di giocare con i ‘grandi’ e LUI per dispetto, mi versò dell’acqua gelida in testa.
Codarda e fervente, andai a piangere da mamma che mi rispose: “Devi portargli rispetto perché LUI è più grande!”.
Crescendo ne incontrai un altro. LUI capì subito che amavo scrivere e mi tolse tutte le opportunità per poterlo fare. Cercai di ribellarmi e LUI minacciò di licenziarmi trattenendo a stento la volontà di sottomettermi con due ceffoni.
Cercai protezione dai piani alti e mi venne detto: “LUI ha un potere più grande e devi portare rispetto”.
Questo è. Questa è l’Italia o forse il pianeta Terra, dove nasci, cresci e muori con la consapevolezza che LUI è e sarà sempre un elminto più grande e più forte e con più potere di te, stipato in un maniero nel quale non possono stare anche esseri olezzanti.
Puoi spegnere la tv. Imparare i dettami dell’anomia. Piangere e disperarti. O più semplicemente ‘sottometterti’.
O anche no.
De Gasperi docet…
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